Cenni storici su Sofia
La storia di Sofia è chiaramente e indissolubilmente legata alla storia della Bulgaria. Come per molte altre città bulgare, Sofia è costruita su antiche fondamenta: gli scavi archeologici di Slatina, il villaggio neolitico scoperto in un moderno sobborgo della città, hanno rinvenuto figure femminili in terracotta, ceramiche e perle appartenute ad una zona abitativa che si estendeva per circa 1500 metri quadri. Sono stati ritrovati anche tracce di sepolture di culto, tra cui un toro in terracotta, punte di freccia, pese per telai verticali e molti altri oggetti domestici.
Le tribù tracie hanno vissuto in gran parte del territorio della Bulgaria, almeno fin dal secolo VIII a.C. e, probabilmente, molto prima. Si insediarono anche in altre parti del sud-est Europa e del Caucaso ma sono state ulteriormente disperse dalle campagne militari di Alessandro Magno e dalla divisione dell'Impero Romano nelle sue parti orientali e occidentali. Sembra che la struttura tribale dei Traci fosse fluida, variabile: alcuni storici dicono che vi erano ben 80 tribù, mentre Omero fa riferimento solo a tre tribù.
Nel contesto della storia di Sofia si nota come la tribù stanziatasi in questa parte del territorio, quella dei Serdi, di origine celtica e man mano assorbita dai Traci, fornisce la spiegazione del toponimo romano dato alla zona: Serdika. Oggi, Serdica è un distretto del centro storico di Sofia e comprende i quartieri di Fondovi zhilishta, Banishora, Orlandovtsi e Malashevtsi. Nel V secolo a.C. la cultura tracia raggiunse il suo acme e non ebbe nulla da invidiare a quella greca, nonostante nel IV secolo la zona fu invasa dai macedoni.
Nel I secolo d.C. i Traci si arresero ai Romani e Serdika incominciò ad ospitare tutte le costruzioni tipiche dell'Impero: terme, teatri, basiliche e anfiteatri, strade larghe e ville. Inutile negare che la città odierna è il risultato della città fondata dai Romani. Tra tutti il più grande testimone è sicuramente l'antica Rotonda di Sv. Georgi, una costruzione del tardo periodo Romano arrivata a noi completamente intatta e ancora oggi visibile dietro l'edificio dell'Hotel Sheraton. Le parti più antiche della Rotonda furono costruite come basilica e poi adibite a sepoltura nel secolo quarto. La chiesa fu distrutta dagli Unni, ma la ricostruzione sopra le vecchie fondamenta cominciò piuttosto rapidamente. Durante il secondo Regno bulgaro (periodo nel quale il nome della città fu cambiato nell'attuale, in onore alla chiesa di Sveta Sofia) non ci furono più danni ne ricostruzioni e la struttura sopravvisse nel tempo diventando una moschea durante gran parte dell’occupazione Ottomana, iniziata nel 1382 e continuata per oltre cinque secoli. I due terremoti del XIX secolo causarono la perdita del minareto più altri diversi danni e furono visti come presagi funesti, tanto che i Turchi abbandonarono ben presto l'edificio. Dopo un restauro molto prolungato, l'edificio è oggi ritornato al suo antico splendore e lo si può ammirare in tutta la sua semplicità, storica dignità e carisma.
I quasi 500 anni di sottomissione Ottomana hanno lasciato alcune importanti testimonianze della cultura musulmana, difficile invece notare i pochissimi edifici bulgari costruiti durante lo stesso periodo. É il caso per esempio della Chiesa di sv Petka Samardzhiiska, costruita in modo anomalo: in basso, scavata nella terra, e questo al fine di sminuirla e tanto da non poter fare concorrenza agli edifici musulmani. La costruzione originale risale probabilmente al XIV secolo, ma fu demolita dai turchi perché situata in prossimità del loro centro.
Gli Ottomani rimasero a Sofia fino al 1878, anno in cui la città venne liberata dai russi, diventando capitale della Bulgaria l'anno successivo. Seguì un buon periodo di sviluppo urbano ed economico inizialmente sotto il Principato di Bulgaria nel 1879, quindi con il Regno di Bulgaria nel 1908, anno in cui la nazione diventò completamente autonoma dal dominio Ottomano. I successivi decenni non furono fortunati e la città ricevete pesanti danni dai bombardamenti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1944 Sofia venne liberata sempre dai russi, con i quali la Bulgaria decise di instaurare una Repubblica popolare di tipo socialista. L'architettura del periodo è stata evidenziata dalla costruzione dei tipici palazzoni e monumenti della Russia comunista, di cui oggi esistono poche testimonianze ad eccezione dei condomini urbani delle periferie.
Dalla caduta del regime sovietico, nel 1989, la Bulgaria ha iniziato il suo lento risveglio orientato ad occidente e cioè all'Unione Europa, con ingresso avvenuto nel 2007. Da allora, gli entusiasmi della nazione intera si sono riversati in particolare nella capitale Sofia e sono visibili non solo nel boom economico ed edilizio testimoniato ma anche nel boom turistico vissuto dalla città in questi ultimi anni.