Economia della Bulgaria

economia bulgaraiaCon lo sgretolamento dell’Unione Sovietica, l'economia della Bulgaria si è trovata nella difficile posizione do dover affrontare il passaggio verso un sistema basato sul mercato libero. Dopo molti sacrifici e sforzi, nel 2004 è riuscita a raggiungere un livello di ricchezza mai visto in questa sua nuova posizione di nazione aperta al mercato. Il FMI (Fondo Monetario Internazionale) e l’Unione Europea hanno messo a punto vari programmi economici che hanno fatto sì che il paese arrivasse nel 2007 ad avere una percentuale di crescita del 7%.

Questa crescita economica, insieme a dei buoni dati provenienti dagli indicatori macroeconomici, ha però subito una brusca frenata, con relativa inversione di tendenza, a causa della crisi economico-finanziaria globale. Fin dal 2008 quindi tutti i parametri macroeconomici di riferimento si sono dovuti adattare a questa nuova situazione costringendo quindi la Bulgaria a fare i conti con le nuove economie che si sono venute a creare negli altri paesi; tutto questo però non va a discapito degli ottimi segnali di ripresa registrati prima della crisi. La crescita del paese negli anni 2001-2007 è stata significativa nonostante la crisi finanziaria.
La recessione mondiale si è quindi fatta sentire anche in Bulgaria, creando un punto di rottura rispetto alla crescita economica registrata prima di tali eventi. Infatti, il tasso di crescita segnalato durante i primi sei mesi del 2008 era superiore alla media europea (toccando punte del 7%), fino a quando si è bruscamente arrestato con l’arrivo della crisi (ad ottobre-dicembre il tasso era sceso al 3,5%, continuando poi a scendere nei primi mesi del 2009). Il PIL registrato alla fine del primo semestre del 2009 è sceso al 4.2% rispetto allo stesso periodo del 2008, arrivando a toccare i 15.484 milioni di euro, contro i 34.118 milioni di euro del 2008.
 
I settori di produzione che hanno subito maggiori contraccolpi da questa situazione sono stati quelli dell’agricoltura e dell’industria, che hanno fatto registrare, rispettivamente, il -6% e il -11% rispetto all’anno precedente. Il terziario è stato l’unico settore a far registrare un piccolo incremento, pari all’1,3%. Questo drastico freno ha fatto sentire i suoi effetti su tutti gli altri parametri economici. I primi segnali non hanno aspettato a farsi subito sentire: a partire dal dicembre 2008 la disoccupazione è iniziata ad aumentare, dopo che per anni il livello si era stabilizzato tra il 5% e il 6% e con i salari medi in costante aumento (arrivando a toccare i livelli massimi nell’aprile 2009, quando si è arrivati a guadagnare 593 leva, ovvero 303 euro al mese). I lavoratori bulgari stanno tuttora passando un periodo difficile, con il tasso di disoccupazione in continua crescita. Dal gennaio 2009 si è passati dal 6,5% (232.000 disoccupati) al 7,6 del mese di luglio (280.000 disoccupati). Le previsioni fatte dall’Agenzia dell’occupazione dicono che il tasso dell’8% registrato a fine 2009 è in ulteriore aumento.
 
A causa delle difficoltà manifestate dall’economia internazionale, e soprattutto rispetto alle difficili tensioni dell'economia bulgara, la bilancia dei pagamenti ha subito dei significativi cambiamenti. La recessione globale ha sensibilmente ridotto sia le importazioni che le esportazioni modificando quindi la bilancia dei pagamenti con i relativi dati. Gli indicatori della bilancia commerciale hanno però paradossalmente registrato un andamento positivo durante il primo semestre del 2009, in chiara controtendenza rispetto a tutti gli altri paesi, spiegabile proprio con il confronto e l’analisi delle importazioni e delle esportazioni. In questa bilancia commerciale vengono registrati l’ammontare di tutte le merci che si importano ed esportano in un paese: si registra il conto positivo quando l’ammontare delle esportazioni supera quello delle importazioni; in Bulgaria si è quindi registrato un disavanzo evidente tra le importazioni e le esportazioni. I dati reali indicano che le esportazioni nel 2008 ammontavano a 15.203,8 milioni. di euro e le importazioni a 23.801,1 mln. di euro, mentre nei primi sei mesi del 2009 le esportazioni sono arrivate a toccare i 5.409,1 mln. di euro mentre le importazioni sono scese fino ad attestarsi a 7.803,6 mln. di euro. Questi dati vengono ulteriormente confermati dando un’occhiata alla variazione % delle importazioni e delle esportazioni del primo semestre 2009 rispetto al precedente periodo: -34,9% per le importazioni e -30,2% per le esportazioni. Questo dato contribuisce inoltre a contenere il deficit (il PIL nel 2008 era del 25,3% mentre nei primi sei mesi del 2009 era solo del 7,5%).